il vino naturale ESISTE
15 ott 2020
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Il vino naturale NON ESISTE SOLO PER LE CARTE, perché non è mai stato accettato un disciplinare che lo riguardi. La dicitura “Naturale” non è codificata per legge e perciò non è possibile stamparla sulle etichette, che sono documenti ufficiali con valore legale. Dopo 10 anni di dibattiti i produttori francesi hanno fatto approvare alla Direzione Generale del Concorrenza, Consumo e Repressione Frodi (DGCCRF) il disciplinare riguardante i “vin méthode nature”. La Commissione europea ha risposto, correttamente, che la terminologia è ingannevole e non può essere utilizzata. La diatriba non finirà qui, attendiamo il prossimo passo dei produttori francesi. Chiameranno il loro protocollo “vin méthode aritistique”?
Nella vita reale il vino naturale esiste, dato che è possibile produrre vini serbevoli senza aggiunte esterne, sebbene la mancanza di anidride solforosa porti a variazioni organolettiche percepibili.
E’ possibile produrre ottimi vini rossi con il solo ausilio dell’anidride solforosa, impiegata nelle fasi di imbottigliamento. Per i vini bianchi si può ricorrere a metodi innovativi di chiarica dei mosti, forse più lenti, ma senza l’impiego di additivi, In ogni caso è possibile produrre ottimi vini bianchi utilizzando solo chiarificanti biologici.
Come sarebbe stato un “Vin méthode nature”?
In breve si sarebbe trattato di un vino ottenuto da uve biologiche vendemmiate a mano e vinificate senza intervento di enologia correttiva. Sarebbe stato possibile aggiungere solforosa solo in fase d’imbottigliamento fino alla dose massima di 30*mg/L. Qualcuno aveva già storto il naso, notando che il dosaggio è maggiore di quello ammesso per i vini “senza solfiti aggiunti”. Ma i francesi sanno bene che i vini senza solforosa sono organoletticamente differenti dai vini che siamo abituati a bere, perciò hanno ammesso due tipologie di vino: con e senza solfiti aggiunti.
Le regole vaghe del vino Bio
Oggi il protocollo enologico che limita maggiormente l’impiego di additivi e interventi fisici è quello del “Vino Biologico”, “senza solfiti aggiunti”. La legge europea che regola la vinificazione di questa tipologia di vini è sempre stata uno scandalo. Le nuove norme sul vino biologico, scritte nel 2018, entreranno in vigore dal 1 gennaio 2021 ma senza novità positive. E’ ancora presente il codicillo sulle eccezioni che permette di utilizzare coadiuvanti e additivi di origine non biologica, in caso di indisponibilità degli stessi ottenuti con metodo biologico. In pratica un modo elegante per far rientrare dalla finestra tutto ciò che è stato buttato fuori dalla porta.
I consumatori che ricercano vini più rispettosi della loro salute non possono essere soddisfatti delle norme che regolano la produzione dei vini biologici. Il numero di additivi e coadiuvanti permessi è eccessivo. Sono autorizzati anche i trattamenti fisici invasivi, con limitazioni che sembrano più un gioco da azzeccagarbugli che un corretto modo per permettere al consumatore di scegliere consapevolmente.
Le norme principali della Carta dei vini naturali
– 100% delle uve provenienti da un’agricoltura biologica;
– vendemmia solo manuale;
– vinificazione con lieviti indigeni;
– nessuna aggiunta esterna;
– nessuna modifica volontaria delle caratteristiche dell’uva;
– nessuna tecnica fisica invasiva o traumatizzante;
– nessuna solfitazione prima e durante la fermentazione, nemmeno sul piede di fermentazione. Prima dell’imbottigliamento è possibile regolare l’anidirde solforosa totale a 30mg/l, espressa in acido solforico* e misurata con metodo di distillazione, ma solo etichettando il vino con la specifica dicitura;
– le partite non appartenenti al “vino metodo natura” devono essere chiaramente identificabili con un’etichettatura differenziata.
*equivalgono a circa 40 mg/L con i metodi ufficiali europei e circa 55 mg/L con i vecchi metodi analitici.