descrittori ambientali e idrocarburi
descrittori ambientali e idrocarburi
Ancora due piccole precisazioni sull’inopportunità di utilizzare il termine “minerale” in senso laudativo e poi passiamo a tratteggiare il quadro positivo
L’odore di pietra (ozono)
L’ozono si genera anche per azione della luce sulle pietre scaldate che contengono minerali ossidanti. Essendo esso stesso un forte ossidante trasforma il materiale organico presente sulle pietre o i composti inorganici dell’aria. In particolare l’ozono ossida l’azoto trasformandolo nei suoi ossidi, che danno una sensazione irritante, pungente, assimilabile a quella dell’anidride solforosa. Non è quindi sbagliato dire che quella sensazione che possiamo narrare come “pietra bianca al sole estivo” sia in realtà una percezione dell’SO2 ad una concentrazione vicino al livello di soglia, circa 0,5ppm. Tecnicamente sarebbe minerale, ma assolutamente non positivo.
L’odore di iodio.
Lo iodio ha peso atomico 126,9, non può avere nessun odore. E’ una molecola fortemente ossidante, per questo viene utilizzato come disinfettante in forma di soluzione idroalcolica. Per immaginario poetico si attribuisce allo iodio l’odore del mare. Basterebbe pensare che questa sensazione è più intensa dove maggiore è il materiale organico portato dalle correnti, per capire che l’odore di iodio è ancora una volta una sensazione legata ai composti organici. All’origine di questa sensazione ci sono alcuni terpeni (ipotetici fitormoni) specifici delle alghe e la decomposizione proteica di pesci e molluschi. Utilizzare il termine iodio e porre queste sensazioni fra i minerali, imprigiona la fantasia e limita le capacità percettive.
I DESCRITTORI AMBIENTALI
Gli ambienti hanno odori, che non provengono dagli oggetti, ma sono generati dalla trasformazione ambientale di composti rilasciati dalle piante o dagli animali. La sensazione può essere positiva e piacevole, in questo caso ha origine prevalentemente dalle piante, oppure variamente negativa e deriva da microrganismi e animali.
La brezza marina (terpeni delle alghe) positivo; acqua stagnante (decomposizione) negativo.
Il sottobosco (mix di terpeni e resine) positivo; terroso (geosmina micetica) negativo.
Il pietrisco (terpeni e resine decomposte al caldo) positivo ma troppo variabile; pietra calda o scoglio (ozono e ossidi d’azoto) simil solforosa negativo.
I descrittori ambientali non hanno un posto specifico sulla ruota aromatica, ma l’origine vegetale e terpenica dovrebbe permettere di inserirli fra le erbe aromatiche e gli agrumi con i quali hanno vari punti percettivi di somiglianza.
SIMIL IDROCARBURI
Nell’immensa classe di composti terpenici, norisioprenoidici e derivati di clorofille e resine ci sono alcune molecole con aromi apparentemente poco vegetali: il kerosene, il goudron (catrame); la canfora. Anche se qualche buontempone è riuscito a definire l’ultimo aroma come “odore di sesso sfrenato”, dimenticandosi che era probabilmente in una sala massaggi, nessun assaggiatore di scuola classica sognerebbe mai di includere queste sensazioni fra quelle minerali, dato che sono in continuità sensoriale con le resine e gli oli essenziali. I termini negativi con cui vengono descritte queste sensazioni, a dispetto della loro piacevolezza, manda spesso in tilt il cervello dell’assaggiatore. Per questo motivo si cercano dei descrittori più appropriati o, come da scuola bordolese, si attribuiscono solo ad alcuni vini del Midì e italiani.
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